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Quindi poi è andato tutto bene?

LA DOMANDA È INTERESSANTE. RIPUBBLICO UN ARTICOLO DI ANDREA ROCCIOLETTI PER FARLA RIMBALZARE


Quindi poi è andato tutto bene?
So then everything went well?
Alors tout s’est bien passé?
Urban art, 2020.

“L’arte dovrebbe fare luce
sul carattere vulnerabile e interconnesso
di ogni cosa.”
– Cyprien Gaillard.

Roccioleti - Quindi poi è andato tutto bene? 1
Quindi poi è andato tutto bene? n.1
Roccioleti - Quindi poi è andato tutto bene? 2
Quindi poi è andato tutto bene? n.1

“E’ il trionfo del tempo vuoto. Svuotate le città e svuotati noi, senza più impegni improrogabili, incombenze incalzanti, faccende da sbrigare, costretti ad un romitaggio che non avevamo cercato e che sgomenta. Homo solitarius aut deus aut bestia. Aristotele. Ma non aspiravamo a tanto. Ci saremmo accontentati di trascinarci nelle nostre esistenze mediocri, contrassegnate da piccoli egoismi quotidiani, dalla meschinità di qualche cosiddetta buona azione compiuta senza sforzo, bagatelle per mettere a posto la coscienza. Ci sarebbe bastato andare avanti con le misere gioie di possedere qualcosa che ci qualificasse e in cui identificarci: una casa, un abito, un’auto, un cellulare – un amore, perfino. E sempre pronti, poi, a buttare via senza indugio il vecchio per il nuovo, in una rincorsa spasmodica verso un di più, un ancora che non ci avrebbe saziato mai.”
– Lorella Pagnucco Salvemini, ArteIn n3. maggio/giugno 2020.

Roccioleti - Quindi poi è andato tutto bene? 3
Quindi poi è andato tutto bene? n.2
Roccioleti - Quindi poi è andato tutto bene? 4
Quindi poi è andato tutto bene? n.2
M.Donner Manuale di autodistruzione Saggiatore
M.Donner, Manuale di autodistruzione, Saggiatore.
Roccioleti - Quindi poi è andato tutto bene? 5
Quindi poi è andato tutto bene? n.3
Roccioleti - Quindi poi è andato tutto bene? 6
Quindi poi è andato tutto bene? n.3
A.Emo In principio era l'immagine Bompiani
A.Emo, In principio era l’immagine, Bompiani.

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Work in progress

Work in progress 1
Work in progress 2

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Non so disegnare.

Roccioletti - non so disegnare 1
Roccioletti - non so disegnare 2
Roccioletti - non so disegnare 3

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S.Sontag La coscienza imbrigliata al corpo Nottetempo
S.Sontag, La coscienza imbrigliata al corpo, Nottetempo.

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Forma e contenuto.
Reloaded art: 9 feb 2020.

Ho preso un abbaglio.
Reloaded art: 10 feb 2020.

Movimento per violino.
Reloaded art: 20 mar 2020.

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Letture consigliate

R.Barilli, Tra presenza e assenza, Mimesis
E.M.Di Palma, G.Pagliasso, Il nuovo mondo estetico, Marco Valerio.
S.Vaccaro, Eterotopie anarchiche, Elèuthera
C.Demaria, “Teorie di genere”, Bompiani
E.Illouz, “La fine dell’amore”, Codice
D.Serafini, “Schiavi elettrici”, People
AA.VV, “Rimediare, ri-mediare”, Franco Angeli
P.Benanti, “Digital age”, SanPaolo
D.Rushkoff, “Team Human”, Ledizioni.
P.Godani, “Tratti”, Ponte alle Grazie
J.Guerra, “Il corpo elettrico”, Tlon
C.Demaria, Teorie di genere, Bompiani

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N3ÜRØ – ERROR-[404]

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37 risposte su “Quindi poi è andato tutto bene?”

“F.Villon, dans son Testament, parle d’un …frère Baulde / Portant chère hardie et baulde C’est-à-dire: ” dal Dictionnaire Du Patois Normand, (1978). Ciao Alessandro, grazie. Non mi ricordo più chi deve una birra a chi, e perché.

Per qualche ragione sconosciuta al commento precedente manca un pezzetto. Potrebbe essere perché ho usato un carattere che viene letto come un pezzo di codice, cioè questo:

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Riflessione – in geometria, particolare tipo di isometria.
Riflessione – in informatica, capacità di un programma di agire sul proprio codice sorgente.
Riflessione – in fisica, fenomeno legato alle onde elettromagnetiche e alla luce.
Riflessione – in filosofia, Aristotele e gli aristotelici: l’intelletto non solo conosce ma è consapevole, sa di conoscere.
Riflessione – in computer grafica, effetto ottenuto con programmi di grafica e rendering 3d, replicante il fenomeno fisico della riflessione.

Ciao Moonraylight!

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Con il Covid abbiamo avuto la possibilità di capire (il ché non significa che le abbiamo davvero capite) cosa è importante e cosa no, cosa ci serve e cosa no, cosa di cui possiamo fare a meno e cosa no.
Di solito dalle brutte esperienze si impara sempre qualcosa.
Al di là del fatto che questa brutta esperienza non è ancora terminata, spero che non ci si ricordi di lei solo per le mascherine.

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Ciao KIkkakonekka, grazie per il commento. Ad occhio e croce, più che imparare dall’esperienza (oppure, se preferisci, prendere consapevolezza), mi sembra che sia molto più diffuso il desiderio di tornare alla normalità, o meglio simularla – perché non è forse sempre stata una simulazione, la normalità? Una percezione selettiva di quello che ci fa gioco, e funziona bene nel copione che ci vede protagonisti del nostro romanzo auto-narrativo? Sul tuo blog scrivi: “Non è forse vero che adesso ci si ignora, pur stando vicini, perché il nostro sguardo è attratto dal cellulare?” anche in questo caso la rete, e i social, invece che essere strumenti di apertura, ricerca, curiosità sono diventati campo da gioco per rafforzare la propria bolla di convinzioni, circondandosi di utenti o informazioni che la sostengono e la gonfiano. Non sono i nostri selfie ritoccati ad assomigliare a noi, ma noi a voler assomigliare ai nostri selfie ritoccati. Buona settimana 🙂

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“Non sono i nostri selfie ritoccati ad assomigliare a noi, ma noi a voler assomigliare ai nostri selfie ritoccati”

Da scolpire nella pietra, Andrea (mio caro omonimo).

Il desiderio di normalità. Certo, ce l’abbiamo tutti. Io personalmente la identifico con il togliersi la mascherina. Finché sarò costretto ad indossarla, per me non ci sarà la normalità.

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concordo sulla necessità di togliersi la mascherina e del ridurre la distanza prossemica. Stiamo pensando alle nuove generazioni in termini incorporei e preparando loro un futuro di deprivazioni e irrisoluzioni.

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