X: circumnavigazione

Chi c’è, c’è. A BORDO!

Il piano è: circumnavigare secondo corrente (foto di Michael Dam)
Il piano è: circumnavigare secondo corrente (foto di Michael Dam)

Se chiude gli occhi vede Padova

Padova sa da sé che città sia. Non ha bisogno di una forèsta per abbellir le piume. Elena, dal canto suo, se ne frega di Padova. Però (però), quando lo sguardo si perde vuoto, quando il presente retrocede il passo, le capita. Riempie il vuoto con i Giardini dell’Arena. E non lo sa.

134 Km

Turm è una torre di pietra a pochi metri dall’acqua. Ha un respiro baritonale e radici (umide di sepolture). Prima dell’aggiunta di altre forme in pianta, setaccia angosce al suo costruttore (e le monda). Goetheanum è un grande cerchio sbocciato al sole. Ha sfere che cantano e radici (solide sulla pirite). Prima di svanire nell’atmosfera…

Hai fame?

Ho fatto sanificare la cucina. Hai fame? Sì. Nella madia c’è la tovaglia. Io metto su il coniglio. Ok. Patate? Non troppe. Dove ti sposto la parabellum? Nel cestino del pane.

(No)

Kuno ha una dolcissima espressione ingenua. Sempre. Per questo piace. Un lavoro di 8 mesi, tra videocamere e specchi. Ora nessuno riesce a dirgli di no. Qualcuno lo fotte (ma non gli dice di no).

L’alternativa

Energia epinefrinica. Ridotta distanza tra sinapsi e dita. Caldo e freddo? Sensazioni lontane. Stefano non riconosce i gesti e non osa nominare ciò che lo anima. Eppure è lei. Arriva spezzando e lo possiede, quando l’alternativa è farla in braghe. Un’audacia selvatica, amante dei bordi, inafferrabile. Che sia, purché torni.

La conquista del foyer

È bello andare a teatro. Strofinarsi ad altro pubblico in piccionaia. Resistere al sonno per timore del ribaltamento in avanti e dall’avanti al vuoto, su teste da platea. È bello stare in loggione. Acchiappare visioni fugaci tra colonne impudiche, intuire figure in movimento da una parte -nero- all’altra del palco, sentire orazioni nello stesso tono…

Abete

Un piccolo abete Made in China. Incastrato comodo tra due floridi seni. Un selfie. Un risolino e l’invio. Che si cuocia, il pollo.

Roma

Roma accoglie Stefano. Quando la provincia è nella capitale, finge di sapersi muovere e procede con l’andatura sostenuta di chi poi manca i luoghi. L’approssimazione si fa arte e gli incroci (mioddio gli incroci!) diventano membrane che ti spingono, attendendo pazienti un ritorno. Non contemplando il complesso, la provincia si perde. E si affama.

Incisione

Non proprio uno stemma di famiglia, quasi. Rara perizia tecnica. Il disegno gli è noto, visto la prima volta sull’impugnatura della pistola di un banchiere svizzero (e andò come andò).

Mappa

Una stanza. Due stanze. Tre stanze. Quattro stanze. Pausa. Cinque stanze. Sei stanze. Sette stanze. Otto stanze. Salone. Scala che scende. Scala che sale. Altra porta. Tre stanze in fila e una falsa parete. Inizia a divertirsi.

Lettera

Cara Blanche, voglio che le parole fissino un istante tanto importante nella storia di questa mia seconda esistenza. Dopo anni trascorsi in formazione e ricerca, sappi, sono a un passo. Domani incontrerò la Contessa e mi consegnerà il carteggio. Ha un’età assai avanzata e non mi sarà difficile convincerla con buone o cattive maniere. Sii…

La Jolla

Ho ricevuto una email da Kuno. Blanche, non ti ho sentita, la musica è troppo alta. MI HA SCRITTO KUNO. DOMANI AVRÀ IL CARTEGGIO! NON SONO SORDO! Voglio una squadra all’aeroporto.

Leggersi

E se così non fosse? Se quella nel libro non dovesse essere lei? Sollievo. Per un po’. Vuoto. Per di più.

Calvo

Calvo. Come chi non vuole dare appiglio al nemico. Solo. Come chi non vuole dare appiglio al nemico.

Toc toc

Un pugno con nocche smussate da impatti bussa in soffio lo stipite di una porta, aperta. Contessa, tutto bene? No. (La voce le si abbassa privata.) Non proprio.

Scarpe

Scarpe. Belle. Bellissime. Elena è passata a trovarle almeno 15 volte. Deglutendo a ogni visione. Scarpe da innamorata. Deciderne l’acquisto è un’ammissione.

Picchetto

Stefano va incontro allo sciopero come a una sposa arrivata all’altare in anticipo. Lo sciopero lo attende sospettandolo uno sposo sbadato o indeciso. Confusi dall’aria di parole d’ordine urlate a un megafono, si congiungono.

Vaticinio

Stefano è ancora sconvolto. L’unione con lo sciopero destabilizza i sensi. Ma lui ha parlato: dopo aver masticato impotenza, digerito astio e ruttato, non dissimile da un colossale intestino, della poliglia ha fatto spruzzo. Tra i resti, il suo vaticinio.

Uscita

Tieni. C’è tutto. Fammi leggere. Posso andare adesso? Un attimo. Vai. Lasciati dire che la tua ospitalità fa schifo. Lasciati dire, Kuno: chi cazzo se ne frega.

Contessa

Voglio due autopompe e un’ambulanza. Sì Contessa. S’irrompe come definito. Sì Contessa. Come vanno i dolori? Non osare rivolgerti a me alludendo all’età. Non ti voglio in loco. Sostituisciti.

Viaggio in treno

Si è preparato un discorso fluido e coerente. Nelle pause ha spostato più volte il ciuffo scuro dalla fronte, ostentando amor proprio sotto lo sguardo della bella dirimpettaia compagna di viaggio. Ha segnato alcune parole chiave su un blocchetto per aiutarsi nell’esposizione in caso d’interruzione. Una pausa al W.C. per controllar l’aspetto. Stefano è pronto…

Cin-cin!

Stefano! Razza di stronzo! Come stai? Sai che non amo quella parola. Sto bene. Allora? Quando mi offri da bere per la promozione? Fai tu. Ok, io ne ho 3 o 4 da festeggiare! Signorina, due bianchi!

Giordano Bruno

Se Giordano Bruno avesse l’udito, si staccherebbe dal basamento per fuggire in altra piazza. Stefano, sentendosi, non fatica ad attribuirgli l’intento.

Gioventù

Ci sono generazioni protagoniste, quelle a rimorchio e quelle da fottere. L’uomo di fiducia appartiene a quest’ultime e incarna la discreta dolenza di chi ha creduto al nulla e sa che la crisi sarà risolta da persone nuove. Il suo sguardo accarezza la gioventù, considerandola eroica.

Un luogo sicuro

Il suo Capo, l’amico, un fratello? È da anni ormai che lo assiste e ogni volta che vede quella testa perfettamente nuda si sente in un luogo sicuro.

Vicino

Com’è l’appartamento? Buono. Ma ti piace? Sì. L’ho reputato adatto, vicino. Resti a cena? Resto a cena.

Puttone ormonizzato

Corti e morbidi ricci biondi. Occhi azzurri. Sorriso perfetto. Elena osserva il puttone ormonizzato seduto di fronte a lei. Irritata dallo sguardo sicuro, cerca di andare a patti con la realtà: in effetti è sexy.

Giornalista televisivo

Un bel tipo. Sveglio. Non potrebbe essere altrimenti, l’ha invitato in trasmissione. Stefano si lascia offrire un caffè dal collega. Gli studia le unghie curate, il taglio sartoriale dell’abito e finalmente riesce a dare un nome all’insieme: puttone ormonizzato.

Carezze al pelo

Stefano, tu sei un giornalista di razza. Non esagerare. Dico davvero! Hai fiuto, intuito, la rara capacità di collegare i fatti e una grande conoscenza. Io sono solo piacente. Non esagerare. Dico davvero! Un bell’aspetto aiuta, sono in TV, non dico che sia male, ma per diventare qualcuno servono le tue doti. Tu farai strada,…

155 secondi

Quando la stempiatura si mostrò incipiente, decise di non combattere la battaglia. Vinse la guerra di rasoio. Non ci volle molto per abituarsi all’immagine riflessa. (Due minuti e 35 secondi.)

Il cambio

Chiusa la porta, i due si scambiano convenevoli. In salone. Sulle scale. In corridoio. Solo nello studio il padrone di casa riesce ad avere la meglio sull’uomo di fiducia e lo proietta in aria. La caduta di schiena ha un suono poco compìto. Sei caduto male. Ci fermiamo? Sì. Dove hai il cambio? Nella borsa,…

45 risposte su “X: circumnavigazione”

Ciao Bertow, ti scrivo qui.
Ho riprovato a lasciarti messaggi sul blog (in anonimo, con url e con url completissimo), ma non rimangono. Ho qualche ipotesi: messaggi finiti nello spam; tra blogger-google e wordpress non corre buon sangue e potrebbero servire alcune reimpostazioni sulla politica dei commenti (ma non saprei quali); potresti avere i commenti in attesa di approvazione. Fammi sapere, che mi diverte commentarti! Ciao! 🙂

"Mi piace"

Ho provato a fleggare l’unica cosa fleggabile… prova adesso. Domani provo a vedere ancge a compuer che si vede meglio, ma non so proprio che pesci pigliare… mannaggia che ti leggerei volentieroni

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Un attimo stupefacentevole, direi
😁

Il blog è aperto anche agli anonimi, mi hanno pure consigliato di togliere la conferma che non sei un robot.
Ma persone meno troglodite di me in fatto di computer dicono che se qualcuno ci riesce tranquillamente a commentare, vuol dire che non sono le mie impostazioni a bloccare, ma quelle di chi scrive, cose tipo coockies. Hai provato a commentare da computer, un’amica ha detto che ha risolto così.

Comunque: “sciomerma mi laila” non ti stancare, torna e ridomanda se vuoi.

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forse ci sono!
https://support.google.com/blogger/answer/187141?hl=it&authuser=0

– punto 5
… Per limitare i commenti anonimi, seleziona “Utente con account Google” in “Chi può inserire commenti”… –

Potresti avere il settaggio di default su “Utente con account Google”.
Ho provato a commentare su un’altra utente della stessa piattaforma e ho riscontrato lo stesso problema…
Fammi sapere, ciao! 😀

"Mi piace"

In effetti potresti intitolare il libro “Ermetismo”, ma in effetti è troppo esplicativo, anche se “X” è talmente inflazionato… che ne dici di cambiarlo in “AQ”? 😀

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esatto! Ma ci giro intorno, cioè, è un modo per avvicinarsi a X (i “dialoghi impliciti” sono quelli che avrebbero potuto esserci nel testo, ma non ci sono, le descrizioni sono dei luoghi del libro da altri punti di vista, i personaggi sono descritti in attimi prima o dopo un accadimento presente nel romanzo)

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X è il titolo del romanzo, ma sto facendo fare al romanzo la parte di chi aspetta la pubblicazione, di chi si distrae, di chi sogna eccetera (nel blog mi è diventato un personaggio)
Però mi segno le domande. lavorerò sul ordine e chiarezza. Grazie!!!! 😀

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Perché, quella da sovratitolazione? Non puoi, gli dico sempre, andare in giro con quella copertina tutta fitta fitta di scritte, fa tamarro, pare che non sei in grado di scegliere… e lui, niente, continua imperterrito ad accumulare titoli come se studiare potesse migliorarlo… si cercasse un lavoro vero almeno!

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