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È giusto chiedere al proprio/alla propria partner quali sarebbero le sue fantasie sessuali più audaci?

immagine presa da qui

La questione è interessante.

È chiaro che la domanda si presenta con i tratti della premura non premura, cioè, sono premuroso nel pormi il problema, ma non lo resterò a lungo, poiché prima o poi proverò a porti la domanda.

Ciò accade con domande di questo tipo che hanno un breve periodo di incubazione e presto pretendono di uscire allo scoperto. Non ci si può far nulla, sono domande veloci, agili, difficili da contenere, ma non sempre ottengono i risultati sperati.

La domanda è quindi vera, pulsante e necessita di risposta.


Analisi della domanda.

“È giusto chiedere al proprio/alla propria partner quali sarebbero le sue fantasie sessuali più audaci?”

È giusto: è la richiesta di legittimità.

Chiedere: è l’atto del domandare.

Al proprio/alla propria partner: è la/il destinataria/o della richiesta.

Quali sarebbero: è la determinazione di un perimetro ipotetico, atto a contenere un numero non precisato di… (a scelta).

Le sue fantasie sessuali più audaci?: è l’oggetto d’interesse, il bersaglio da centrare.

Dunque, abbiamo qualcuno che chiede se sia legittimo domandare a qualcun altro di comunicargli le sua fantasie sessuali ardite.


Risposta circostanziata.

La risposta potrebbe risolversi con un o con un NO.

Sì, è giusto chiedere o No, non è giusto chiedere.

(Arrivederci e grazie!)

Questa però è una risposta circostanziata e necessita di qualche elemento in più.

Il nodo della domanda non sta, come si potrebbe pensare, nella richiesta delle fantasie erotiche spinte, ma nell’accertarsi della giustezza del domandare, ovvero “POSSO?”.

Il nodo è la richiesta del permesso.

È un atteggiamento rispettoso, ma non solo, chi ha provato a porgere la domanda sa che:
a) la domanda può non ricevere risposta;
b) la domanda può non risultare gradita;
c) la domanda può innervosire chi la riceve;
d) la domanda potrebbe essere l’ultima cosa che la persona permetterà di dirle;
e) la domanda potrebbe ricevere la risposta “stai svolgendo una ricerca a tappeto?”.

ED ECCO COMPARIRE DUE DOMANDE IMPLICITE DISTINTE!

Quindi: come posso essere sicuro che il momento in cui porgere la domanda sia quello giusto (e non incorrere in un simpatico chiudersi a riccio dell’interlocutrice/tore)?

Oppure: come posso fare per rendere il momento giusto per porgere la domanda?

Eh, come? Con una tecnica innovativa!


LA TECNICA INNOVATIVA DEL QUESTION PASS!

Non è complicato come sembra, seguite attentamente le istruzioni.

1) Scaricate l’immagine qui sotto.

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2) Stampatela in duplice copia su cartoncino.

3) Ritagliate i bordi con cura.

4) Portate con voi le due copie, pronte all’uso.


Come funziona la tecnica innovativa del QUESTION PASS?

Come ogni buon lasciapassare, va mostrato per poter accedere a una zona inaccessibile. La zona inaccessibile è la zona del lecito.

In una relazione tra adulti consenzienti è lecito ciò che è condiviso e approvato da entrambi, nel rispetto reciproco della volontà dell’altro.

Procediamo.

1° passo – Individuate il momento più opportuno.

2° passo – Mostrate il QUESTION PASS.

3° passo – Spiegate che lo userete ogni volta che intenderete porre una domanda significativa che necessita di autorizzazione per essere posta. ESEMPIO: “Posso farti una domanda?”

4° passo – Se la persona accetta l’uso del QUESTION PASS, consegnatele il secondo cartoncino, per reciprocità elettiva.

1° obiettivo raggiunto: non risulterete inopportuni, infatti, mostrando il QUESTION PASS sarà l’altra persona a decidere se far passare la domanda o meno.

2° obiettivo raggiunto: istituirete un piccolo rito ludico, forse anche un po’ intrigante.


Postille.

GLI ERRORI DA NON COMMETTERE: pretendere a tutti i costi la risposta. La persona può SEMPRE rifiutare la natura della domanda e questo non dovrà in ogni caso essere rinfacciato o preso male, perché il QUESTION PASS è un gioco dal quale si è liberi in ogni momento di ritirarsi e non rappresenta in alcun modo un impegno.

È BUONA CREANZA: il QUESTION PASS ha una validità di 10 domande, una delle domande da porgere potrebbe essere: “quanto vuoi ch’io sia indiscreto?”. Ad ogni ulteriore stampa del QUESTION PASS io riceverò molti quattrini e la vostra indiscrezione sarà ben accolta almeno da me.

COSTI: dei materiali.

BENEFICI: diversi.

Alla prossima!


42 risposte su “È giusto chiedere al proprio/alla propria partner quali sarebbero le sue fantasie sessuali più audaci?”

Mah…..forse non ho ben capito, nel senso se si tratta di una coppia, o se si tratta di due che si conoscono sommariamente. Se si conoscono poco o sommariamente ok, il pass può essere una idea carina, ma se si tratta di una coppia penso che se ne parli e basta….non vedo la necessità di stratagemmi 😉

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Il pass serve solo se non c’è una gran conoscenza, diciamo primi appuntamenti, se non addirittura il primo! Lo so che l’idea di certe domande a un primo appuntamento è terrificante, ma succede 😮
Comunque meglio averlo in tasca, funziona anche per domande difficili ai conoscenti tipo: “quanto hai dichiarato quest’anno?” 😉

"Mi piace"

Ma ciao! 🙂 Sì, si vede 🙂
Non dico che mi stavo preoccupando, ma insomma una certa apprensione c’era… Di solito quando ti prendi le pause le annunci dal balcone… (Udite udite genti tutte! 😛 😀 )

(In queste due sere sono dovuto ricorrere a fantasie di second’ordine -alquanto degradante 😛 😛 😀 😀 )

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La tua risposta è tecnicamente ineccepibile, non vi è dubbio alcuno. Si vede che chi l’ha scritta trasuda bisogno di portar luce in un caotico mondo di tenebre che si incaprettano tra loro…
Tuttavia, mi scuserai la critica (so che questo potrebbe sconquassare la tua fame di portar equilibrio e buonsenso ovunque, ma se la cosa ti turba semplicemente ignorala) ma penso che la questione suddetta non si possa risolvere con freddi protocolli (tanto più governativi). Penso che per tali interrogazioni si debba mirare più alla psicologia o ai sentimenti delle persone piuttosto che al loro cervello, tanto più che qui la questione riguarda proprio gli istinti più istintivi e bassi dell’essere umanoide (a questo punto mi son reso conto di aver scritto un commento molto lungo, forse troppo, per cui te lo spedisco subito senza aggiunger nulla altro e non rileggerò neppure perché io stesso mi son stancato). Bye!

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