X

X
(foto di sebasriann Stam)
X, al buio.
(foto di Sebasriann Stam)

X all’oggi ha 9 titoli. Tra una settimana ne avrà 11. Sono un po’ preoccupata. Immergendomi a forza nella pozza stagnante dell’esordienza, ho avuto modo di contagiarmi con inedite preoccupazioni, le elenco.

La virgola censoria. È quella che, come la metti, fa (censurare il manoscritto).

L’INCIPIT ASSASSINO. È seriale, agisce di sera, tra il lusco e il brusco, senza pietà. Casi irrisolti di esordienti uccisi riempiono i faldoni di numerose Procure. Morti strane, sempre un po’ letterarie, in citazione (e non ancora collegate tra loro).

IL DIALOGO GNI-GNÌ E GNI-GNÈ. Non è ben chiaro cosa non funzioni nel dialogo, ma l’inutile ricerca dell’intoppo è in grado di far desistere ogni lettore professionista. Alla domanda “Perché non prosegui la lettura?” la risposta è sempre “Perché gni-gnì e gni-gnè!”

LA SINOSSI CERBERA (a 3 teste). C’è chi chiede quella da 2000 battute nonunadimenononunadipiù, chi la paginetta e chi la sinossi monstre. È un mostro d’immane bruttezza.

LA LETTERA DI PRESENTAZIONE Storicamente, la lettera di presentazione era quel documento scritto di proprio pugno da qualcun altro, per presentarti al nuovo possibile datore di lavoro. La lettera poteva essere redatta da un parente, un politico, un prete, il datore di lavoro precedente, un amico di peso. Oggi la chiameremmo raccomandazione. Io, che non la uso, ho dovuto fare un grande sforzo per trovarne un po’ e ho riempito queste lettere di nomi, cognomi, possibili doni, promesse, scambi di varia natura, a costo di apparire inelegante. In cambio ho ricevut (omissis). Dopo aver riempito le caselle elettroniche altrui di così garbata paccottiglia, ho capito che no, non è da intendere in questo modo la lettera di presentazione, no no, è una forma autocertificativa nella quale tenti di prendere il pesce all’amo (e l’esca? si torna così al precedente significato).

IL CURRICULUM! (Qui mi astengo.)

L’ATTESA. Inutile girarci intorno, i tempi sono quelli del passaggio di stato: biologico, logistico, anagrafico. Talvolta c’è chi risponde (10%).

Così, l’ansia si formalizza nel timore di spendersi in cattive figure. Non solo, l’ansia ti fa dubitare di tutto ciò che riguarda il romanzo, titoli inclusi, quindi, X non ha un titolo, o meglio, il titolo di X è un’incognita.

“Ma quante cazzo di paranoie ti fai?”

– uomo della strada (entrato in casa, dopo aver suonato il campanello, dopo aver percorso la distanza dal parcheggio a qui, dopo aver avvisato del suo arrivo, aver concordato l’ora, aver prenotato un tavolo al ristorante… un serio commentatore dei mie scritti, insomma.) –

Ciò per dire che la salute psicofisica di chi scrive è fragile. Non sempre, a dire il vero. Quasi mai, a ben vedere. Comunque, X per ora è sordo e non può rispondere a chi lo chiama.

“E chi lo chiama?”

– bella domanda –

17 risposte su “X”

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