Ringrazio le ragazze VIA Gra per aver esemplificato in modo così lucido l’argomento. Oggi continueremo da un secondo loro video e dalla canzone per indagare le prime esperienze che di una musa fanno una Musa.
In Come nasce una Musa abbiamo visto la genesi, ora ci occuperemo della crescita.
Le tre splendide Muse sono andate incontro al marinaio baffuto con fiducia ed entusiasmo, piene di curiosità e qualche resistenza. In questa fase il marinaio finalmente si connota e scopriamo un iconico Artista polimusico.
trovo che il tuo team di ricerca musalogica abbia, adesso più che mai, bisogno di una cellula specifica per aiutare le Muse in difficoltà.
Certo, già c’è un gruppo di esperti che si occupa di prestare sostegno psicologico alle sedotte e abbandonate, alle rifiutate, alle dimenticate, alle sacrificate.
Non parlo solo a nome mio, ci mancherebbe! Ma esiste un’altra categoria, un’intera razza, sconosciuta ai più. Ed è quella della Musa Negata, cui viene strappato letteralmente l’impulso poetico, la lirica più aulica, salvo appropriarsene con noncurante piglio d’ingratitudine, relegando la poverella tra quattro display luminosi, vittima innocente (e che sia innocente è fuori di dubbio!) di ingiusto autismo selettivo.
Ringraziamo Nina&Sabine per averci ricordato l’esistenza della MUSANEGATA.
Musa Negata
Come giustamente afferma, alla Musa Negata “viene strappato letteralmente l’impulso poetico, la lirica più aulica“, infatti ella non è riconosciuta in quanto Musa.
L’esperienza non è rara, anche se ogni Musa in cuor suo tende a dimenticarsene con minore o maggior fatica, essa coincide con una forma di annullamento. L’Artista rifiuta di corrisponderci nel nostro desiderio di essergli Musa.
La prima motivata reazione è certamente un: come osa? La seconda è: ma siamo matti? La terza è: vediamo se… La quarta è certamente il solito sonoro: ma vaffanculo!
Tra la prima e la quarta reazione possono trascorrere dai 20 minuti ai 20 anni, in base al carattere.
trovo che il tuo team di ricerca musalogica abbia, adesso più che mai, bisogno di una cellula specifica per aiutare le Muse in difficoltà.
Certo, già c’è un gruppo di esperti che si occupa di prestare sostegno psicologico alle sedotte e abbandonate, alle rifiutate, alle dimenticate, alle sacrificate.
Non parlo solo a nome mio, ci mancherebbe! Ma esiste un’altra categoria, un’intera razza, sconosciuta ai più. Ed è quella della Musa Negata, cui viene strappato letteralmente l’impulso poetico, la lirica più aulica, salvo appropriarsene con noncurante piglio d’ingratitudine, relegando la poverella tra quattro display luminosi, vittima innocente (e che sia innocente è fuori di dubbio!) di ingiusto autismo selettivo.
Intervistatore: «Non è l’unica iniziativa che alimenta le interazioni con chi la segue. 8 sfumature di musa sta diventando una rubrica fissa. Sono curioso: c’è qualcosa di riferibile a Lei?»
endorsum: «8 sfumature di musa è un’esplorazione, in chiave ironica, di alcune dinamiche di reciproca seduzione tra frequentatori della rete. Si nutre di continui spunti offerti dalla realtà (non per forza la mia), ma la travalica, trasformandola nell’oggetto di studio di una nuova disciplina scientifica: la musalogia.»
Intervistatore: «E perché non musologia?»
endorsum: «Musologia è un vocabolo molto usato, presto diventerà un sinonimo di museologia, data la frequenza dell’errore; musalogia prende atto del fatto che le muse siano molte più dei musi, poiché gli artisti sono, all’oggi, molti più delle artiste. In una situazione di parità si potrà pensare a una nuova definizione. Ultima considerazione pretestuosa: nella mitologia classica musi non ce ne sono (male!).»
Come detto in precedenza, la Musa, essendo Musa, è soggetta alla condizione d’inarrivabile (condizione statica) e al bisogno d’amore (condizione dinamica);
per raggiungere un certo stato di benessere psicofisico, spera nel raggiungimento di un equilibrio tra le due condizioni;
poiché tale equilibrio è di fatto irrealizzabile, ricorre alla gestione dinamica alla cazzo, ovvero, fa un po’ come le viene;
innamorarsi di un Muso è il tipico esempio di gestione dinamica alla cazzo;
essendo il Muso strutturalmente simile alla Musa, quanto detto per lei vale anche per lui.
CONTINUIAMO
MUSA E MUSO: INNAMORAR-SI.
Dalla gestione dinamica alla cazzo alla trasformazione in Artista.
Esiste un momento fatale nella vita di una Musa ed è quello che coincide con l’innamoramento per un Muso (e viceversa). Tale momento è fatale per un unico motivo: trasforma la Musa e il Muso in Artisti. Ebbene sì. Ma vediamo come ciò sia possibile.
INNAMORAR-SI
Stanca e delusa dal proprio ruolo d’ispiratrice, la Musa sente l’esigenza di un amore vero, concreto, totalizzante, salvifico. Chi può capire appieno i suoi stati d’animo? Chi vive la sua stessa realtà esaltante e ricca di frustrazioni tutte da esplorare? Chi può riempire i buchi emotivi che la professione alimenta rendendoli sempre meno colmabili? Solo la sua versione al maschile, lui, il pari, il Muso.
Innamorarsi del Muso (e viceversa) è innamorarsi di se stessi, all’ennesima potenza: esaltante!
LA METAFORA DELLA FRUTTA
Iniziamo con la metafora della mela. L’ipotesi è che in amore si sia una metà di mela alla ricerca della parte mancante, identica, ma speculare. Questa favola, al pari di quella che istituisce l’esistenza del principe azzurro, riempie di aspettative chiunque, nella speranza di trovare chi permetterà di sperimentare l’Uno, l’unione ultima e appagante. La versione di sé, dalle diverse fattezze, è in apparenza il ritrovamento di un tesoro a lungo cercato. Il problema, a incontro avvenuto, è che non può sfuggire come lui sia una mezza banana e lei una mezza pera. Lontani dall’ideale? Ottimi per la macedonia.
LA RELAZIONE SENTIMENTALE
Luogo di infinite proiezioni, la relazione sentimentale tra i due è movimentata. Le accuse portate da una o dall’altra parte sono in genere speculari e vere per entrambe le parti. L’accanimento contro un comportamento o un difetto conduce presto alla rassegnazione e all’accettazione di un dato di fatto: esiste una spiccata similarità. Le richieste sono vane e la competizione accesa. Ciò implica che Musa e Muso si lascino, si ritrovino, si lascino, si ritrovino, si lascino, si ritrovino: all’infinito.
IL SODALIZIO
Eppure la Musa e il Muso godono di una qualche complementarietà, fisica indubbiamente, ma anche strettamente lavorativa (in qualità d’ispiratori) e questa, quando l’unione si realizza, è portatrice di uno scambio professionale assai proficuo.
DEL FALLIMENTO
A una lettura attenta non può sfuggire come il fallimento sia insito nella formulazione, ma tale fallimento usa forme talmente bizzarre che si potrebbe essere tentati dal non considerarlo un vero fallimento, ma l’opera d’arte di chi è sempre e solo stata il soggetto di opere d’arte: il fallimento della relazione tra Musa e Muso è un’opera a sé stante di immane bellezza.
IL SENSO ESTETICO
Al senso estetico della coppia così formata, non può sfuggire come tale fallimento rappresenti la loro vera ed esclusiva Opera d’Arte. (Il termine fallimento a questo punto è tranquillamente archiviabile, dato il risultato.) All’Opera d’Arte andranno quindi rivolete le energie per far sì che non scompaia, che non si dissolva e resti, nel tempo, fonte di narrazioni, ispirazioni continue e riconoscimento da parte di tutti. (Qui gli esempi abbondano, a ciascuno rintracciare il preferito.)
STAMPELLE
Musa e Muso, quando si incontrano e si amano, sono destinati a diventare l’una la stampella dell’altro (e viceversa) fino alla vecchiaia. Considerando che Musa e Muso godono spesso di un’autonomia economica, professionale e perfino emotiva (alimentati narcisisticamente dall’opera dell’Artista), questo essere stampellari a lungo è una vera e miracolosa Opera in sé.
IN SINTESI
Per quanto l’innamoramento tra Musa e Muso sia frutto di una gestione dinamica alla cazzo delle proprie esigenze emotive, rappresenta il momento di svolta: la trasformazione in Artisti.
P.S. Quanto scritto vale anche per amori tra Musa e Musa e tra Muso e Muso.
Adriano L’innamoramento tra Musa e Muso è vietato dalla Convenzione di Ginevra in quanto potenzialmente letale a causa della Sindrome dei Sentimenti Offesi (SSO) che i due potrebbero sviluppare a vicenda.
Se la giocano in base al principio che se gli opposti si attraggono, i simili si respingono.
L’importante è che i due non si salutino mai a vicenda dicendosi “Ciao cara” e “Ciao caro”. MAI!!!
Stolti coloro che fecero questo errore anche se in buona fede perché ne pagheranno le conseguenze fino al giorno del giudizio. Ma la conseguenza più importante tra i Musi/Artisti che si uniscono è proprio l’unione, sia carnale che spirituale, e tanto più essa è profonda e tanto più dovranno usare pomate per leviare i dolori dei traumi che si infliggono a vicenda.
Kogarashi E qui si svelano le regole, con tanto di melodia al seguito che …..fischietto
ivano f Non avrei pensato che questo viaggio finisse nel romanticismo. Perché è questo che ci vedo sotto sotto (ma non così tanto sotto dopotutto), del continuo perdersi e ritrovarsi mi rimane negli occhi solo il ritrovarsi. O forse non ci vedo poi così bene. 😀
zoppaz (antonio zoppetti) “Nella relazione che si instaura tra Musa e Muso, la Musa vede nel Muso (e/o viceversa) delle rappresentazioni piacevoli (o spiacevoli) di ciò che accade durante il processo artistico. È il Transfert. Oltre a gestire il transfert della Musa, il Muso (e/o viceversa) ha il compito di non lasciarsi andare al controtransfert. In questo caso, è Il Muso a proiettare le proprie esperienze sulla Musa (e/o viceversa) in maniera incosciente.” (Sigmund Freud, “Studi sull’isteria”)
eleonorabergonti Muso e Musa insieme per la vita finché morte non li separi… a meno che uno dei due non tradisca e scatti il divorzio con tanto di alimenti super salati, 😉 .
Testo della canzone
Gluboko – di Nadija Dorofejeva e MONATIK Vedo il pericolo ed è meraviglioso Я вижу опасность и это прекрасно Altrimenti sarebbe noioso. Иначе было бы скучно. Inizia a tormentarmi Начинай, мучь меня Vedo il pericolo ed è meraviglioso Я вижу опасность и это прекрасно Altrimenti sarebbe noioso. Иначе было бы скучно. Inizia a tormentarmi Начинай, мучь меня Sono amico della mia testa, sembra che vada tutto bene, ma Я дружу с головой, вроде бы всё хорошо, но Va bene, ma aspetta. Всё хорошо, но стой. Da qualche parte non c’è pace Где-то покоя нет I tram tacciono, respirali Трамваи молчат, им дышать È molto tardi. Уже очень поздно. Sì, è molto tardi. Да, очень поздно. Non ci conosciamo, no (assolutamente) Мы не знакомы, нет (абсолютно) Sì, siamo estranei, ma Да, мы незнакомы, но Vedo che sei pericoloso Я же вижу – ты опасна ed è meraviglioso И это прекрасно Altrimenti sarebbe noioso Иначе было бы скучно Inizia a tormentarmi Начинай, мучь меня Vedo che sei pericoloso Я же вижу, ты опасен E questo è inutile. И это напрасно. Assolutamente inutile Абсолютно напрасно Perché siamo profondi Ведь мы глубоко In profondità Глубоко Nel profondo dei tuoi occhi. Глубоко в твоих глазах. Tutto mi è così familiare Мне всё так знакомо Nel profondo dei tuoi occhi Глубоко в твоих глазах Vedo il pericolo ed è meraviglioso Я вижу опасность, и это прекрасно Qualunque cosa tu voglia, sarò solo per Всё, что ты захочешь – буду только за Nel profondo dei tuoi occhi vedo l’assenza di gravità Глубоко в твоих глазах вижу невесомость Nel profondo dei tuoi occhi vedo il pericolo Глубоко в твоих глазах вижу опасность ed è meraviglioso, altrimenti sarebbe noioso И это прекрасно, иначе было бы скучно Inizia a tormentarmi Начинай, мучь меня Nel profondo dei tuoi occhi voglio volare Глубоко в твоих глазах хочу лететь Probabilmente mi sentirò più calmo Мне, наверно, станет спокойней Diventerà più calmo Станет спокойней Diventerà più calmo Станет спокойней È così pericoloso volerti Так опасно тебя хотеть Ed è pericoloso restare senza di te И без тебя остаться опасно Orgoglioso, luminoso Гордая, яркая Orgoglioso, luminoso Гордая, яркая Vedo che sei pericoloso, ed è meraviglioso Я же вижу – ты опасна, и это прекрасно Altrimenti sarebbe noioso. Иначе было бы скучно. Inizia a torturarmi Начинай, мучай меня Vedo che sei pericoloso ed è inutile Я же вижу, ты опасен, и это напрасно Assolutamente inutile Абсолютно напрасно Perché posso vedere l’assenza di gravità nel profondo dei tuoi occhi Ведь я глубоко в твоих глазах вижу невесомость Nel profondo dei tuoi occhi Глубоко в твоих глазах Vedo il pericolo ed è meraviglioso Я вижу опасность, и это прекрасно Qualunque cosa tu voglia, sarò solo per Всё, что ты захочешь – буду только за Nel profondo dei tuoi occhi. Глубоко в твоих глазах. Tutto mi è così familiare Мне всё так знакомо Nel profondo dei tuoi occhi Глубоко в твоих глаза Vedo il pericolo ed è meraviglioso Я вижу опасность, и это прекрасно Altrimenti sarebbe noioso, inizia Иначе было бы скучно, начинай Sei pericoloso, lo è sicuramente Ты опасна, это безусловно Oggi sono una sirena, creo onde Сегодня я русалка, я создаю волны Mi ecciti Ты волнуешь меня Ti eccito Я волную тебя Sei pericoloso, lo è sicuramente Ты опасна, это безусловно Oggi sono una sirena, creo onde Сегодня я русалка, я создаю волны Mi ecciti Ты волнуешь меня Ti eccito Я волную тебя Oggi sono una sirena, creo onde Сегодня я русалка, я создаю волны Oggi sono una sirena, creo onde Сегодня я русалка, я создаю волны Così profondo Так глубоко Così profondo Так глубоко Oggi sono una sirena, creo onde Сегодня я русалка, я создаю волны Oggi sono una sirena, creo onde Сегодня я русалка, я создаю волны Così profondo Так глубоко
Lo so il tarlo ha lavorato a lungo. Quasi tutti vi siete chiesti a più riprese chi è, chi è? maledicendo il mio sadico posticipare.
Lo so, questo articolo potrebbe sembrare il prenditempo in vista dell’ultima parte dedicata alla Musa e al Muso in amore (mercoledì visibile su ogni schermo).
Ma l’agognata rivelazione saprà far rileggere il testo con una consapevolezza nuova! Grazie ADRIANO per l’eccellente lavoro e per aver dato il tuo contributo a questa importantissima impresa divulgativa.
CRICK: attrezzo utile alla sostituzione della ruota di scorta.
Sebbene la Musa sia per antonomasia la ruota di scorta silenziosa di ogni Artista, il Muso va oltre, trovandosi un po’ al di sotto di tale condizione in quanto utile come attrezzo per montare l’estro creativo di chi trae ispirazione da esso. Tutto qui? Certo che no. Come ogni buon attrezzo che si rispetti, anche il Muso bisogna oliarlo ogni tanto con complimenti e affini affinché dia il meglio di sé come oggetto ovunque l’Artista ne tragga un qualche tipo di godimento (per il suo estro).
SANTINO SUL PARABREZZA: figura da appendere ben in vista ma allo stesso tempo nascosta nel classico angolino in basso.
Come la classica funzione del santino sul parabrezza è quella di protezione degli occupanti dell’abitacolo di ogni autovettura degna di tale nome da incidenti e altre nefaste sorti, così il Muso offre protezione all’Artista dalle sorti non sempre benevole della propria arte e della vita stessa, pur non potendo compiere quel miracolo tanto sperato che lo porterebbe ad altri livelli, ma non più a quello di Muso. E quindi? E quindi lì resta, sul parabrezza.
ANTENNA AUTORADIO/PARAFULMINE: antenna atta allo scarico di diverse energie.
Purtroppo può succedere che l’Artista subisca ciò che possiamo definire con il termine scientifico di “Sgamo”, ovvero che il suo estro e la sua arte non siano poi quelli da sempre dichiarati, mostrandosi per ciò che è veramente. Il Muso, in questo caso, ha una doppia funzione: quella di parafulmine per l’artista (“Ma no, ma che dici? È stato LUI a volere queste cose, non io…”) e quella di sireno che con il suo canto ammalia chi lo ascolta facendo dimenticare i problemi precedenti. In ogni caso al povero Muso si aggiunge anche la condizione di cornuto e mazziato. Nooo! Sì. Una volta esaurito il suo scopo, si ritrae nell’apposita fessura in caso di fine delle ostilità o di scampato pericolo.
Il Muso esiste. Ha anch’esso a che fare con un mezzo a 4 ruote, pluriaccesoriato.
(Nel testo è introdotto un pezzetto scritto da un/una scrittore/scrittrice fantasma/fantasma: di chi si tratta e che parte ha la sua firma?)
IL MUSO È
CRICK: attrezzo utile alla sostituzione della ruota di scorta.
Sebbene la Musa sia per antonomasia la ruota di scorta silenziosa di ogni Artista, il Muso va oltre, trovandosi un po’ al di sotto di tale condizione in quanto utile come attrezzo per montare l’estro creativo di chi trae ispirazione da esso. Tutto qui? Certo che no. Come ogni buon attrezzo che si rispetti, anche il Muso bisogna oliarlo ogni tanto con complimenti e affini affinché dia il meglio di sé come oggetto ovunque l’Artista ne tragga un qualche tipo di godimento (per il suo estro).
SANTINO SUL PARABREZZA: figura da appendere ben in vista ma allo stesso tempo nascosta nel classico angolino in basso.
Come la classica funzione del santino sul parabrezza è quella di protezione degli occupanti dell’abitacolo di ogni autovettura degna di tale nome da incidenti e altre nefaste sorti, così il Muso offre protezione all’Artista dalle sorti non sempre benevole della propria arte e della vita stessa, pur non potendo compiere quel miracolo tanto sperato che lo porterebbe ad altri livelli, ma non più a quello di Muso. E quindi? E quindi lì resta, sul parabrezza.
ANTENNA AUTORADIO/PARAFULMINE: antenna atta allo scarico di diverse energie.
Purtroppo può succedere che l’Artista subisca ciò che possiamo definire con il termine scientifico di “Sgamo”, ovvero che il suo estro e la sua arte non siano poi quelli da sempre dichiarati, mostrandosi per ciò che è veramente. Il Muso, in questo caso, ha una doppia funzione: quella di parafulmine per l’artista (“Ma no, ma che dici? È stato LUI a volere queste cose, non io…”) e quella di sireno che con il suo canto ammalia chi lo ascolta facendo dimenticare i problemi precedenti. In ogni caso al povero Muso si aggiunge anche la condizione di cornuto e mazziato. Nooo! Sì. Una volta esaurito il suo scopo, si ritrae nell’apposita fessura in caso di fine delle ostilità o di scampato pericolo.
il conflitto, nella Musa, tra condizione e bisogno;
la figura del Muso;
l’emblematico rapporto tra Musa e Muso.
Si inizia!
La Musa e lacondizione d’Inarrivabile.
Come abbiamo avuto modo di approfondire fin qui, la Musa si ritrova costantemente nella condizione d’Inarrivabile. Ciò è dovuto all’essenza stessa del suo ruolo; ogni Musa ispiratrice, per alimentare la creatività dell’artista, deve essere bellezza lontana che insuffla e gonfia l’anelito nei suoi confronti (ok, l’immagine è volutamente allusiva). Il desiderio, unito all’impossibilità di soddisfarlo, crea il corpus ispirativo.
Morto il desiderio, si cambia Musa. Su ciò, la consapevolezza di ogni Musa è variabile. Talvolta ne è pienamente consapevole e altre meno, anche nell’arco di una singola giornata.
Poiché la condizione d’Inarrivabile è alla base dell’esser Musa, potremmo definirla una CONDIZIONE STATICA.
La Musa e il Bisogno d’Amore.
Ciò che statico non è, è l’ondivago Bisogno d’Amore. Non è sufficiente sentirsi anelate e adorate, prima o poi il Bisogno d’Amore fa capolino.
Ondivago perché si muove a onde: arriva e sbatte sull’arena, ma poi retrocede veloce in risacca, ciclicamente. Chiameremo il Bisogno d’Amore una CONDIZIONE DINAMICA.
La Musa e l’equilibrio.
Affinché la Musa possa vivere in un ottimale stato psicofisico, è auspicabile il raggiungimento dell’equilibrio tra la CONDIZIONE STATICA e la CONDIZIONE DINAMICA (condizione d’Inarrivabile e Bisogno d’Amore).
La cattiva notizia è che la frase appena letta è un mistificazione, ma fa sempre il suo effetto (è una balla vestita bene). L’equilibrio è una leggenda.
L’altra cattiva notizia è che non sempre la CONDIZIONE STATICA e la CONDIZIONE DINAMICA si alternano, spesso sono compresenti.
La buona notizia c’è ed è: mettiamo via l’idea di equilibrio e rispolveriamo quella di gestione dinamica alla cazzo.
La Musa e lagestione dinamica alla cazzo.
È quella che ciascuna trova. È costosa, difficile, a volte semplicissima ed è sintetizzabile con l’arte dell’arrangiarsi. Ebbene sì, ognuna ha le proprie risorse e i propri modi per vivere la situazione e spesso non sono replicabili, ma ciò non toglie che un buon consiglio non possa servire ad altre Muse in difficoltà. Chi ha consigli?
Innamorarsi di un Muso è un esempio di gestione dinamica alla cazzo. Questo è l’argomento del prossimo incontro.
ivano f (L’unico contributo -scontato- che mi sento di offrire è che una balla, se ben vestita, può fare molta strada)
Alessandro Gianesini La musa fa quasi sempre una brutta fine, sopratutto se l’artista si sente un dio greco!
alemarcotti Trovare altro muso con un bel muso… Male non può fare…
Adriano Un consiglio alle Muse per evitare poi di finire nel bidone dell’indifferenziata degli artisti, è quello di trasformarsi in artiste a loro volta. Se ispirano ad altri disegni, dipinti, canzoni e poesie, perché non sfruttare a loro volta la stessa cosa verso chi le ha elevate a tal rango?
eleonorabergonti Un consiglio alle Muse in difficoltà? Riciclarli come concorrenti in qualche reality show, così tornano ad essere popolari.
romolo giacani Così a brutto muso, ti direi che bisogna sempre cercare di fare buon muso a cattivo gioco!
Giuseppe Grifeo L’unica via di successo e di sopravvivenza per le muse è scendere in sciopero e isolarsi in eremitaggio. L’umanità “creante” implorerà disperata il loro ritorno. Solo così le muse domineranno in via definitiva. Tira più un neurone di musa…
Arriva un momento in cui, Muse, si cede a un corteggiamento sfiancante costituito da opere rivolte alla vostra persona. Ci si infatua dell’Artista. Come già detto, l’evento è pericoloso e portatore di sciagure e sconforto, ma accade. È quando iniziate a pretendere che dalle parole l’Artista passi ai fatti.
I fatti, quali fatti? Dove sono? Erano qui, giuro, erano qui un secondo fa! Ma dove sono finiti? Onde evitare di farvi trascinare in procrastinazioni ventennali, attaccheremo frontalmente la retorica del sacrificio, una delle scuse più utilizzate dall’Artista messo spalle al muro.
VITA D’ARTISTA
L’Artista ha una vita, un quotidiano, uno spazzolino da denti, un appartamento, parenti vicini e lontani, spesso ha un lavoro, impegni, una macchina, un animale domestico e, in sintesi, un tran-tran che lo tiene occupato a orari fissi o variabili. Come voi. Traduce i suoi sogni in opere, che voi ispirate. Sogni destinati a restar tali. Poiché sono destinati a restar tali, i sogni non devono concretizzarsi ed è esattamente qui che prende piede la retorica del sacrificio.
SACRIFICARE IL SOGNO O LA REALTÀ?
Il pensiero è ardito, ma eccolo: per non sacrificare il sogno se ne sacrifica la sua realizzazione. Ovvero, per non perdere il Sogno e per mantenerlo fresco e confortante, si sacrifica ciò che potrebbe renderlo reale. Non solo, il vero colpo di genio dell’Artista è: sacrificare la realizzazione del sogno fingendo di sacrificare il sogno stesso.
QUALCHE UTILE DISTINGUO
Inutile dire che di sacrificio si parli un po’ a sproposito. Il sacrificio vero ha a che fare con l’altro, non ci sono mezze misure. Si sacrifica la propria vita scambiandola con quella altrui: o con la morte, o con una continua e pervicace dedizione a qualcuno, fino alla propria morte interiore (che alla lunga alla lunga e alla lunga coincide con quella fisica). Anche il sacrificio per un Ideale, inteso come l’atto d’immolarsi, ha a che fare con una possibile, futuribile, auspicabile vita migliore altrui.
Di cosa si parla allora quando l’Artista ricorre alla retorica del sacrificio? Il sacrificio invocato dall’Artista è, a tutti gli effetti, compiaciuta autocommiserazione che, in quanto tale, ha lo scopo di nobilitare ciò che è dato come immutabile. Esempio: “sacrifico i miei sogni di gloria per dedicarmi con amore alle piccole gioie del vivere.” Ciò che è sacrificato (e già abbiamo visto che la parola è abusata) non è il sogno di gloria, quanto la realizzazione del sogno, e ciò lo rende vivo in qualità di sogno. In questo c’è una gustosa e compiaciuta autocommiserazione descrivibile con: “oh, povero me, me tapino.”
CAS
Denominare sacrificio la compiaciuta autocommiserazione solipsistica (CAS) è depauperare il senso potente del termine.
Che fare dunque? Diamo alla CAS un altro nome.
Che nome? TORTELLONE.
Qual è il senso di questa operazione? Ripristinare una gerarchia tra i significati.
Come si agisce? Ogni volta che la CAS (Compiaciuta Autocommiserazione Solipsistica) si presenta vestita di un profumato abito nuovo, basta non chiamarla sacrificio, ma TORTELLONE.
ESEMPLIFICANDO:
1) Se l’Artista ti sta raccontando che è eroico nel rinunciare all’amore della sua vita perché non lo merita, fermati Musa, usa la parola magica e dillo: cazzo, è un tortellone! D’incanto capirai che, senza troppe seghe mentali, l’Artista rinuncia all’amore della sua vita perché non vuole un’estranea in giro per casa dalle 8 del mattino alle 24 (che sul dormire c’è sempre la politica dei letti separati ad aiutare).
2) L’Artista ti dice che rinuncia all’amore della sua vita perché sua moglie non può vivere senza di lui. A parte che sua moglie vive senza di lui ormai da 15 anni, ma fingiamo di credere che questa triste realtà non sia in essere… dillo: cazzo, è un tortellone! E scoprirai che la sua rinuncia è dovuta al mutuo trentennale, all’impossibilità di pagare alimenti e che le loro scopate extra i due coniugi riescono comunque a farsele senza che vi siano troppi drammi, fastidiosi contraccolpi emotivo/economici e coscienze lacrimanti.
L’APPELLO
non sacrifichiamo il sacrificio sull’ara candida ogni volta che ci fa comodo, lasciamolo a occuparsi di questioni più importanti e osiamo, osiamo dare il loro nome alle cose, chiamiamo la compiaciuta autocommiserazione solipsistica TORTELLONE!
L’ESTREMA SINTESI
L’artista si nutre di sogni, per questo non li può realizzare, verrebbe meno la materia prima della sua opera.
La musa però cerca di diventare realtà.
L’artista, anche per non essere scortese, accampa scuse.
Propongo alle muse, per evitare di perdersi in infiniti rinvii, di chiamare le scuse con il termine TORTELLONE, per riuscire a vedere la questione sotto una diversa lente.
Ciò le aiuterà a considerare le giuste fattezze di una scusa banale che si è ammantata dell’affascinante retorica del sacrificio.
*Metodo brevettato endorsum.
8 sfumature di musa – breve corso di sopravvivenza per muse
OK, È UN PO’ FORTINA, MA COME NEGARLO? DI SEGUITO L’ILLUMINANTE POST SUL NUOVO FARO DELLA CULTURA ITALIANA! (GRAZIE DEBBY PER IL REGALONE, MA I MIEI POST SONO TUTTI GODIBILISSIMI 😛 )
In coda al suo ormai leggendario “Manuale di sopravvivenza per muse” le pagine letterarie dei più letti quotidiani m o n d i a l i s’accendono di riscontri e prese di posizione ….. finalmente è DIBBBBATTITO!!!!!! 😀 😀 😛 😛
Musa a chi? Storie di donne rimaste nell’ombra
di Lara Crinò
Proserpina, di Dante Gabriele Rossetti, raffigura Lizzie Seddal, compagna e musa dell’artista
Da Lou Andreas-Salomé, che ispirò Rilke e Nietzsche, alla fidanzata di Kerouac, Alene Lee. In un’antologia intitolata ironicamente “Musa e getta”, sedici scrittrici italiane ripercorrono l’esistenza di signore “indimenticabili ma a volte dimenticate”. Per riportarle al centro della scena, come qui spiegano le curatrici del progetto.
tratto da “La Repubblica” online del 1° marzo 2021
STORY-LENNY 1 è a disposizione di chi voglia metterci mano, un’unghietta, un po’ di smalto, una passata di crema, una carezza e, e ok, credo si sia capito. Dicevo, prima di pubblicare la seconda puntata di Story-Lenny, ecco quello che ritengo un regalone!
È di certo un contributo extra da parte di Andream2016!
Ciao ciccine e ciccini, il mese scorso stavo curando l’estetica di cazzo e passera quando
La rasatura
DRIIIIIIIIN DRIIIIN … DRIIIIN
il campanello di casa iniziò a suonare ripetutamente.
Mi asciugai velocemente ed andai ad aprire la porta. Davanti a me una bella ragazza dai capelli rossi mi stava fissando.”
“Endy!!! Che bello rivederti. Entra dai, non stare lì impalata.”
Ricordate vero chi sia Endy? E’ l’amica che mi ha convinto a farmi ricostruire la vagina.
Endy entrò velocemente in casa ed io richiusi la porta.
“Ma ti sei fatta nuovamente i capelli rossi! Sono contenta, te lo avevo detto anni fa che eri bellissima così rossa”.
Endy
“Non me lo dire, non è stata una scelta.”
Rimasi un po’ stranita “come sarebbe che non avevi scelta?”
“Ma sì, niente di serio, non ti preoccupare. Sai che ho avuto una specie di relazione con il Sommo Poeta?”
“Lui? Proprio Lui il Sommo Poeta che tutti conosciamo? No, non ci posso credere!” racconta
“Già proprio il Sommo” rispose Endy mettendosi a ridere, “lo so che ti sembra strano che io abbia ‘accalappiato’ l’Irraggiungibile Poeta, ma la vita va così.
Sai, due mesi fa ero stata abbandonata da quel vigliacco di Lenny. Aveva paura di tutto, era addirittura geloso di una specie di fantasma che continuava a chiamare ‘il narratore’. Insomma, per fartela breve, una mattina mi sveglio e Lenny non è nel letto.
Cerco Lenny ovunque, vado in bagno e vedo la finestra aperta con una corda penzoloni sull’esterno.
Eccheccazzo, si era calato fuori dal bagno e se l’era data a gambe levate. Da allora non l’ho più sentito.”
“Ma il Sommo ed Irraggiungibile in tutto ciò?”
“Beh io ero sconvolta, e per tirarmi su leggevo i componimenti dell’Immenso Poeta, quando un giorno senza nemmeno rendermene conto gli scrissi proponendogli di incontrarci.”
“Non ci posso credere che tu abbia trovato il coraggio di fare una cosa simile, hai trovato la forza di scrivere all’Unico?”
“Infatti, anche io quando lo racconto non riesco a credere all’audacia di questo gesto.
In ogni caso passò nemmeno un’ora quando sentii sotto casa uno scalpitar di cavalli. Mi affacciai al balcone e … il Magnifico Poeta era venuto a casa mia, con la sua carrozza trainata da sei splendidi cavalli muniti di altrettanto splendidi supercazzi.”
“E ??? non tenermi in ansia.”
“Il finale forse lo immagini. Lui il Sommo e Irraggiungibile è salito nel mio appartamento ed ha declamato odi per due ore filate. Finito di declamare, si è girato sui tacchi e tornato alla carrozza ed è sparito!”
“Niente sesso? E’ andato via e nemmeno avete scopato? Ma non hai detto di aver avuto una relazione?”
“Ho detto di aver avuto una ‘specie’ di relazione. Ed infatti è stata una relazione esclusivamente poetica. Fattostà che lì per lì mi sono incazzata, e nell’ira ho fatto cadere da una mensola una bottiglia di candeggina sui capelli … sbiancandoli a metà. Che dovevo fare? Per rimediare me li sono fatti tingere di rosso.
Ed infine eccomi qua, ma non certo per raccontarti del Grande Magnifico Poeta, ma perché è accaduta una cosa davvero orribile, l’universo ha bisogno del tuo aiuto!”