
È vero, in questi giorni ho lasciato che la realtà facesse prepotentemente il suo ingresso nel blog. Non capiterà più, giurin giurello (smaciuck! smaciuck!)
Per rimettermi sulla retta via ho chiesto aiuto a Il Pensator Cortese e lo ringrazio per ciò che segue. (La sua poesia proviene da qui.)
Buona lettura!
Non avendo ricevuto denunce a seguito della pubblicazione della prima parte (che potete trovare QUI), ho ben pensato di lasciare ai posteri anche la seconda parte di questo… questa… non saprei come definirlo/a. Va beh, mentre mi organizzo per indire un concorso dedicato, eccovi il seguito:
Nel mese più piccin, guai ad ogni giorni
Antartide si coce a gradi venti
Che sembra siano stati accesi i forniO al frigidario aperti li battenti.
Racconto poi in dover di esser onesto
Novella che ancor ci lascia sgomentiDe’ giocator che manda un’orbe al cesto
Recando seco il proprio angelo in dote
Mancati a questa vita troppo presto“Vuolsi così colà dove si puote
Ciò che si vuole”, scrisse un letterato.
Leggi divine che a me paion vuoteNascondono in seno significato
Ch’al mortal non giunge se non in fine
Al calar del percorso erto e clinato.Ed ecco, come spina tra le spine
Si affaccia allo pianeta quatto quatto
Tra mari, monti, pianure e collineSi crede arrivi dal volante ratto
Nefasto morbo ha viso e ali di uccello
Di sua presenza non gioviamo affattoImpone a tutti quanti al volto un vello
E mani in soluzione che ti ustiona
Ei vaga fiero, re senza castelloVestito solo della sua corona
Porta nel grembo amara condizione:
Distantia ogni essere da altra personaFinanco li parenti han ristrizione
Ho scusa almen per non li avere attorno
Qual triste premio per consolazione.La mente ora già viaggia in sul ritorno
Sognando la mi’ amata e la sua pelle
Così poscia verrà di nuovo il giornoCui usciremo a riveder le stelle.
D
ANDARE A TROVARE J È ALTAMENTE CONSIGLIATO, DIVERSE VOLTE ALLA SETTIMANA