Sezione del quadro di Arnold Böcklin Die Toteninsel III (Alte Nationalgalerie, Berlin) (Immagine presa qui)
“…Esiste una foto raffigurante Hitler nel suo studio, in compagnia del Ministro degli Esteri sovietico Vjačeslav Michajlovič Molotov e del Ministro degli Esteri tedesco Joachim von Ribbentrop, uomini di stato che avevano sottoscritto il patto di mutua non aggressione tra Germania Nazista ed Unione Sovietica: ebbene, sulla parete è visibile proprio l’Isola dei Morti.[7]…” [testo tratto da qui]
Ascoltiamo di continuo i morti, le loro voci registrate, leggiamo le loro poesie scritte. Vediamo i loro video immortalanti vite e opere. Sono morti, ci hanno lasciato una parte di loro e non c’è nulla di male nel chiamare la realtà con il proprio nome.
Oggi chiederò a un morto di aiutarmi con il tema PAURA E AMORE.
Paura e amore
Bill Hicks E’ solo un giro di giostra!
per approfondire e non dimenticare…
Il contenuto potrebbe non essere indicato ai minori e a chi non ama la satira su temi religiosi, sessuali e di genere. Buona visione agli altri.
@didiluce ha scattato attimi che trovo di un’infinita serena intimità. La ringrazio per avermeli concessi. Ringrazio anche il Muso per il rischio preso! Ho provato ad aggiungere il testo.
Buona visione e buona lettura!
Dei
Ti ricordi quando il mondo tra le mani era perfetto? Ancora piccolo, ma grandioso e alla nostra portata. Sfera che rifletteva sogni, vi si nutriva, e noi pure. Beati, lì, rapiti, a giocare agli Dei.
E poi noi. Sai. Ci siamo visti strani, per la prima volta. Senza capire abbiamo mescolato tutto, anche i nostri profili. E non c’è stata gioia più grande. E il mondo ha inclinato l’asse.
Segui il link per qualche bacio in più (immagine da qui)
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È giugno! Dopo esser fiorite, le donne sono frutti stupendi pronti all’estate. Che sarà di questa esplosione della natura? Dipende anche dalle modalità di approccio di chi vorrà gioire della stagionalità dei doni.
Ciò che pubblicherò di seguito a molte potrà sembrare riduttivo, a molti potrà sembrare ridondante, sia come sia, una rottura del ghiaccio è d’uopo. Fiocchetti, nastrini e quant’altro al secondo incontro.
Evviva l’amore! Evviva l’estate! E che lo sforzo sia con voi! (cit.)
Buona lettura.
PS: qui si gioca e scherza; chi dovesse storcere il naso, è autorizzato a pensare che ciò scritto sia politicamente scorretto (e buonanotte).
Devo essere sincero: ci sono molti ragazzi e uomini che con le donne sono dei totali imbranati o, peggio, dei cagasotto.
Milioni e milioni di parole dette e scritte al telefono, mille giri di parole e poi, quando bisogna passare ai fatti, ecco che arrivano le scuse più assurde e imbarazzanti di questo mondo se non addirittura i silenzi.
Quindi adesso parlo proprio a voi, e vi spiego una cosa facile facile.
Se ad una donna ci tenete davvero tanto, e vi piace davvero tanto, invece di riempirla di parole vuote e inutili, prendetela per il fianco con una mano, e mentre lo fate accompagnatela con delicata decisione al muro. Nel frattempo la baciate profondamente con la lingua (ovviamente senza soffocarla!), mentre l’altra mano scivola giù in mezzo alle sue gambe. Non dimenticarti la zona del collo, da alternare i baci con piccoli morsi. Sussurrale anche qualcosa all’orecchio, ma anche qui non scordarti di baciarle il lobo!
Se in quel momento ha la gonna, con l’indice le sposti in un lato la mutanda, con il pollice massaggi la zona del clitoride e con il medio stimoli la parte sottostante fino a quando non sentirai il dito bello umido, segno che lei è pronta o quasi. Se invece ha i pantaloni, glieli sbottoni e fai scivolare giù per poi fare quello che ti ho detto di fare con la gonna.
Non scordare MAI, per NESSUNA ragione al mondo, di farla sentire desiderata, di farla sentire donna, la TUA donna, e di far uscire fuori la porca che è in lei.
Nel frattempo, mentre continui a baciarla e a stimolarla con una mano, con l’altra prendi deciso il suo seno infilandola sotto la maglia, e con un gioco di palmo e dita le strizzi e sfiori allo stesso tempo il capezzolo fino a quando non lo farai tuo con la bocca. Alterna soffi leggeri su di lui a lunghe leccate con colpetti e movimenti arrotolati della lingua.
Bocca che poi, dall’alto, dovrà passare giù, e gliela dovrai leccare con un gioco di lingua ora veloce a scatto ora più lentamente, andando su e giù come se fosse il frutto proibito più buono del mondo e da cui ti disseterai. Anche qui, mentre cerchi di farla tua, dalle ogni tanto delle pacche sul culo e in ogni caso tieni le natiche con le mani. Bacia anche, se te lo ricorderai, l’interno coscia.
E dopo aver fatto questo….. devo dirti tutto io? Un po’ di fantasia, suvvia!
Centoquarantadue Il ragazzo la sa lunga… Io ero già partita quando era ancora sul collo. 10 e lode. Unico appunto: le pacche sul culo, anche no, grazie. Ma è questione di gusti. Allora aggiungo l’incavo del gomito e l’interno del ginocchio, che pochi conoscono come zona erogena, ma che con il giusto approccio possono dare ottimi risultati.
Adriano Volendo anche il polso, se sfiorato con le dita o inumidito con la punta della lingua, succhiarle le dita mentre la si guarda negli occhi, i baci sull’ombelico, i massaggi alla nuca, ai capelli e/o alle dita dei piedi, oppure alla schiena, usando bene le mani, la lingua o addirittura tutto il petto (in quel caso l’olio è d’obbligo, ma per cose più particolari c’è sempre il miele) con movimenti e respiri lenti e profondi.
andream2016 Mmmhhh però devi considerare che ogni umano ha normalmente due mani … quindi tetta e passera insieme mentre si bacia il collo è assai fattibile.
Immagine esplicativa gentilmente prodotta da andream2016
Quando il portatore d’acqua s’innamorò dell’acqua, il pozzo si ruppe una pietra per ferirgli la mano. La goccia tonda cadde e intorpidì l’acqua, la quale, non si riconobbe più. Gli scivolò così tra le dita, capitò a terra e lì gioì d’una porosità amica. Il portatore guardò le mani vuote e rosse, toccò il pozzo, marchiandolo a sangue. Il pozzo senz’acqua, soffrì il suo primo pianto. Asciutto.
In attesa dello Story-Lenny 5, ecco un mio vecchio raccontino.
– Hai aperto la finestra?
– Certamente, ho anche chiuso il gas.
– Hai fatto bene, dobbiamo essere prudenti e aspettare che Ping arrivi.
– Si chiama Ping?
– Sì, da un paio di giorni.
– Non lo sapevo, ma come facciamo a essere sicuri che venga?
– Ho lasciato del vitello sul tavolo.
– Allora aspettiamo.
– Dovremmo andare nell’altra stanza.
– Ma come facciamo a sapere se arriva?
– Non so, ogni tanto diamo un’occhiata, ma silenziosamente, che non si accorga.
Ping non passa.
– Sono tre giorni che gli tendiamo questa trappola e lui lo sente e non passa. La carne ormai è da buttare e non possiamo continuamente porgergli carne fresca per farlo entrare.
– Secondo me non ci si comporta così con un gatto.
– E cosa dobbiamo fare allora?
– Fregarcene, magari ha voglia di compagnia e arriva lo stesso.
– Allora facciamo le nostre cose di sempre e non ci pensiamo.
– Mi sembra una buona idea.
La vita continua, aspettando il gatto.
– Sono cinque anni che lo aspettiamo e la nostra relazione forse funziona bene per questo, per l’attesa.
– Ma se non dovesse mai entrare?
– Dovremmo cercare qualcos’altro da attendere.
– Perché?
– Perché così stiamo insieme per un motivo.
– Non è insensato.
– No, infatti. Che dici, continuiamo ad aspettare Ping o ci diamo ai piccioni?
– Un topo? Che ne pensi di un topo?
– Proviamo con un topo.
– Come lo chiamiamo?
– Stong.
– Va bene.
Per far venire Stong abbiamo lasciato la casa sporca per mesi fino a quando non sono comparsi gli scarafaggi, ma non aspettavamo loro e li abbiamo ammazzati.
– Stong non arriva più, sono due anni che gli prepariamo l’ambiente giusto, ma non arriva più.
– Sono arrivati gli scarafaggi, quelli ci sono sempre.
– Che si sia sbagliata bestia?
– Forse…
– Vuoi dire che eravamo destinati agli scarafaggi e li abbiamo uccisi con l’insetticida? Sarebbe terribile!
– No, secondo me dobbiamo provare con un piccione, è facile un piccione.
– Sei forse stanco di me?
– No, no di certo.
– E allora perché vuoi che il piccione arrivi in fretta?
– Non è ciò che vuoi anche tu?
– Ah, sì.
– Lo chiamiamo Tep.
– Ma non saranno i nomi, dico, magari i nomi non li invogliano.
– E come lo chiamiamo?
– Ancora non si è nemmeno fatto vivo, aspettiamo di vederlo, poi vedremo a che nome risponde.
– Mi sembra un passo avanti.
Il pane sul davanzale non manca mai. Per mesi abbiamo trovato solo passeri a beccare e li abbiamo guardati come si guarda un bimbo brutto, con enfatica compiacenza.
– Cosa si fa dei passerotti?
– Niente si fa, qui del piccione nemmeno l’ombra, togliamo il pane.
– Sì, ma se non aspettiamo il piccione, cosa aspettiamo?
– Ormai è estate, proviamo con un pipistrello.
– Ma sì, il soffitto è alto, potrebbe anche farci un nido.
– Finestre spalancate allora.
– Ok.
Sono passati i ladri. Ci hanno portato via tutto.
Peccato non averli aspettati, ora sarei ancora in coppia.
H.E.R. – Wait for it Uber on the way, my phone is chargin’ He keep callin’ I wanna pick it up, but I keep stallin’ I feel some type of way It’s late at night, and babe I ain’t get dressed for nothin’ I ain’t put on this dress for nothin’ So I’m comin’, baby Wait for it, wait for it, wait for it, yeah I’ma need for you to wait for it, wait for it, wait for it Baby can you wait for it, wait for it, wait for it? Baby can you wait for it? Wait for it Can you? Yeah, I know you on the way, but now I want it I can’t take it I’m merely tryna chill, but I’m impatient Stay on my mind Can’t sleep at night And I ain’t get dressed for nothin’ I ain’t put on this dress for nothin’ I know you’re comin’ Wait for it, wait for it, wait for it, yeah I’ma need for you to wait for it, wait for it, wait for it Baby can you wait for it, wait for it, wait for it? Baby can you wait for it? Wait for it Can you?