Ciao Alessandro.
La propensione al palco c’è. Il corpo in scena, ni.
Manda-a-memoria!
Ciao.
![Arte della memoria di Giordano Bruno (L'): Il trattato «De umbris idearum» rivisto dal noto esperto di scienza della memoria di [Ferruci, Fabio]](https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/51YiD5Q3B4L.jpg)
Ciao Alessandro.
La propensione al palco c’è. Il corpo in scena, ni.
Manda-a-memoria!
Ciao.
Energia epinefrinica. Ridotta distanza tra sinapsi e dita. Caldo e freddo? Sensazioni lontane.
Stefano non riconosce i gesti e non osa nominare ciò che lo anima. Eppure è lei.
Arriva spezzando e lo possiede, quando l’alternativa è farla in braghe. Un’audacia selvatica, amante dei bordi, inafferrabile.
Che sia, purché torni.
Kuno ha una dolcissima espressione ingenua.
Sempre.
Per questo piace.
Un lavoro di 8 mesi, tra videocamere e specchi. Ora nessuno riesce a dirgli di no.
Qualcuno lo fotte (ma non gli dice di no).
Ciao Roberto.
Sì, è vero, ieri ero a Pavia.
All’orto.
Ciao.
Ho fatto sanificare la cucina. Hai fame?
Sì.
Nella madia c’è la tovaglia. Io metto su il coniglio.
Ok.
Patate?
Non troppe. Dove ti sposto la parabellum?
Nel cestino del pane.
Ciao Paolo.
Non vengo in Russia. Ho già sbattuto il culo sul ghiaccio in Moldavia.
Ciao.
La matita gialla non è mai sola.
Sullo scrittoio è accompagnata da una stilografica Kaweco in ebanite nera cesellata e da una Bic verde. Delle tre è l’unica a non avere un uso e ciò non spiega la sua posizione. Eppure sta lì.
Quando si è conquistata il posto, lo studio aveva da poco perduto l’odore di chiuso e nell’aria era tornato il piacere di frequentarne spazio e arredi. Scelta tra dieci, soppesata sul palmo, allineata a un intarsio, afferrata di colpo, riaccomodata, ripresa in pugno, morbidamente adagiata, si era costruita un’idea personale della sua permanenza.
Sbagliando.
Ciao Jeffrey.
Per quel progetto autobiografico, ho Jean Reno.
Sbrigati.
Ciao.
E adesso, come tolgo i colori dalla pelle?
Acqua.
Padova sa da sé che città sia. Non ha bisogno di una forèsta per abbellir le piume.
Elena, dal canto suo, se ne frega di Padova.
Però (però), quando lo sguardo si perde vuoto, quando il presente retrocede il passo, le capita.
Riempie il vuoto con i Giardini dell’Arena. E non lo sa.