Scarpe. Belle. Bellissime.
Elena è passata a trovarle almeno 15 volte. Deglutendo a ogni visione.
Scarpe da innamorata.
Deciderne l’acquisto è un’ammissione.
Scarpe. Belle. Bellissime.
Elena è passata a trovarle almeno 15 volte. Deglutendo a ogni visione.
Scarpe da innamorata.
Deciderne l’acquisto è un’ammissione.
Cara Blanche,
Domani incontrerò la Contessa e mi consegnerà il carteggio. Ha un’età assai avanzata e non mi sarà difficile convincerla con buone o cattive maniere.
Tuo Kuno.
Una stanza. Due stanze. Tre stanze. Quattro stanze.
Pausa.
Cinque stanze. Sei stanze. Sette stanze. Otto stanze.
Salone. Scala che scende. Scala che sale. Altra porta. Tre stanze in fila e una falsa parete.
Inizia a divertirsi.
Non proprio uno stemma di famiglia, quasi.
Rara perizia tecnica.
Il disegno gli è noto, visto la prima volta sull’impugnatura della pistola di un banchiere svizzero (e andò come andò).
Un piccolo abete Made in China. Incastrato comodo tra due floridi seni. Un selfie. Un risolino e l’invio.
Che si cuocia, il pollo.
La matita gialla non è mai sola.
Sullo scrittoio è accompagnata da una stilografica Kaweco in ebanite nera cesellata e da una Bic verde. Delle tre è l’unica a non avere un uso e ciò non spiega la sua posizione. Eppure sta lì.
Quando si è conquistata il posto, lo studio aveva da poco perduto l’odore di chiuso e nell’aria era tornato il piacere di frequentarne spazio e arredi. Scelta tra dieci, soppesata sul palmo, allineata a un intarsio, afferrata di colpo, riaccomodata, ripresa in pugno, morbidamente adagiata, si era costruita un’idea personale della sua permanenza.
Sbagliando.