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Cosa ho scritto un anno fa? Il racconto “Ping pong”.

PING PONG è un racconto un po’ furetto. Ovviamente ci sono palline, punti, giocatori e un prima, un dopo. Vado a giocare la mia partita (non esattamente quella qui descritta). Vediamo chi la vince.

A martedì!


Mulitplayer (immagine da qui)

«NiiiiHAaaaaa!»

Esce dalle labbra a mo’ d’acuto spasmo e rientra in risucchio verso la macina sciocca dei denti. Il collo issa un capo pesante d’ingombri e gli occhi si aprono piano in controllo. Nessuno.

«Alvì-na!»

Dall’ombra si palesa la donna; premura e azione animano un corpo stanco.

«Signora?»

«Le ciabatte.» la e è ancora nell’aria quando il collo cede all’estrema fatica, e molla: planf!

«State bene Signora?»

«Ma sì… ho sete.»

«Quella sete, Signora?»

«Mh.»

Alvina raccoglie l’abito a teli di georgette arancione ed esce dalla camera senza produrre un rumore.

«Ah…» suono troppo evanescente: si riprova «Aaaah»; non basta «AAAAAAAH!!!» bene, ora si ode. Una mano esce furetta allo scoperto, saggia il mento, la mobilità del naso e spiana la fronte di palmo. La gemella la raggiunge e coordinate massaggiano piano le tempie.

«Porca vacca che ciucca!»

Che ciucca? La bocca si apre, i ricordi li organizza così. Dunque: cena da Gianna (discreta); spostamento al cinema per caricare Patrizio (non guida); rientro da lei con Gianna e Patrizio per la partita di ping pong (settimanale). Punto.

Chi ha vinto? Lei, Gianna, Patrizio. Ok. Arriva Lenny (Lenny…). Il gioco non s’interrompe (e perché mai). Lenny arriccia il naso e in sala accende l’impianto hi fi (si distrae). Il gioco non s’interrompe. Lui si impegna preparando dei cocktails (come in uso). Il gioco non s’interrompe. Lenny vede bene di cadere portando da bere (porcazzozza!). Ha il punto.

Il punto a Lenny l’ha dato Onorina al pronto soccorso che, sul finir del turno, si è proposta per il 4° in coppia. Rientro. Lenny, dopo il punto, ha visto bene di non vincere altro e si è accasciato in poltrona col braccio pendulo.

«Lenny! La pallina è finita da te!» lui guarda la piccola e insignificante rompicazzo, abbandona la poltrona per andarle incontro e, con suola decisa, la schiaccia: crack! Al suono si affacciano i quattro con diverse modulazioni d’insulto. Punto a Lenny.

Gliel’ha dato Onorina, dopo che Gianna ha tirato furiosa la clutch gioiello, prendendogli il naso.

E dopo?

Dopo, il nostro imbastisce una lunga lamentela quasi esiziale, con accuse d’insipienza agli amici. Passaggio di mano in mano di un colmo bicchiere di whisky scozzese. Approdato alla salda stretta del tumefatto, la richiesta è, a lingua scoccata al palato, di aver compagnia. Gianna lo punzecchia, Onorina gli controlla il cucito, Patrizio si serve un cognac.

E poi? Non ricorda. Punto.

Si alza dal letto, nuda. Le duole una natica, palpeggia. Si sposta allo specchio a parete e si torce. Segno di denti.

«Merda!»

Doccia, intimo e un sospetto. Apre piano la porta e osserva la scena: sull’enorme divano firmato un intreccio carnoso a quattro corpi sogna, boccheggia, russa. Sorride, si veste in silenzio e piano esce, sorpassa i sopravvissuti agli amplessi e raggiunge la cucina. Alvina le serve il dovuto, le mostra una busta e le consegna il telefonino.

«Hanno chiamato cinque volte, Signora.»

«Grazie.»

Mangia con infinita lentezza e sul finire fuma la sigaretta mattutina. Qualche boccata e la spegne. Ricorda. Sorride. Adesso ha fatto il punto.

«Pensa tu ai ragazzi. Questa notte non torno. Resto in convento con le consorelle.»

80 risposte su “Cosa ho scritto un anno fa? Il racconto “Ping pong”.”

Interessante: introduci il concetto di “Ricordi” (funzione già presente su FB e IG) anche su WP!

… ed è sempre un piacere rileggere i primi sintomi di pazzia che si manifestavano! 😝😝😝

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Non si smette, lo sai anche tu, la progressione finché si riesce è in avanti. Prima di diventare bolsi ripetitori di vecchie cose… Ho ripetuto una vecchia cosaaaaa. Sono arrivata. Fine 🙈

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Veramente a me sembra proprio di ripetere sempre le stesse cose ma capisco cosa intendi, la progressione significa essere sempre in fase esplorativa e non puoi non chiederti “riuscirò a fare anche questo o è oltre le mie possibilità?”

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Wooow meraviglioso racconto!!! 😉😉🥰🥰🥰👏👏👏👏👏🥰🤩😘😘😘🤗💕🤗💕🤗💕🤗😍💞❣️💞💕💞❣️💫✨💓🔥💖🌠🌟🌠🌟💗💗⭐✨⭐✨⭐✨💞💕💞❣️❣️💞

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😉🥰😄😁😁🤪😜😝😛❤️💞♥️💞🥰😘😘😘😘💞♥️♥️💞🤗🤗🤗🤗♥️💞🤹🏻‍♀️🤹🏻‍♀️🤹🏻‍♀️🤹🏻‍♀️♥️💞♥️💞💞💕💕💕❤️🌹❤️🌹❤️🌹❤️🌹❤️🌹💕💕💕💞♥️💞♥️

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♥️🤹🏻‍♀️💞🥰🤹🏻‍♀️🤹🏻‍♀️🤹🏻‍♀️😘♥️💞🥰😘♥️💞🥰😘🌹❤️🌹❤️🌹❤️🌹❤️🌹❤️🌹❤️

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Alla faccia del ping pong 😶 e ora capisco perché Lenny ha certi atteggiamenti con Cara 😁 e non è sempre per colpa del Narratore 😀

Bella storia però, il finale mi ha spiazzato 😘

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Okay, I’ve read this three times now and I’ve concluded that it just doesn’t translate to English. For example, a ‘ferret’ is a small, furry mammal, which doesn’t seem to fit in the context. I got the part about teeth marks in the buttock, but the gender of the person that has been bitten changes (with the translation) between sentences. Luckily, I get the ‘punch line’ – hahaha. 😂

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Ferret is correct, the hand coming out fast and instinctive, almost electric and uncontrollable. In the bite sequence there are no personal pronouns, the subject is always implied and therefore the translator has taken the liberty of randomly attributing the identity of the subject. It is always she who looks at herself in the mirror.
What is the ‘punch line’? 🙂

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Ah, good. Then in that case – I understand it completely and it’s a load of utter codswallop. 😃😂🤣
The punchline? That we are led to believe that the main character is a debauched individual only to find out that she is a nun! Classic! 😀

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There is a saying that goes: stirring in the turbid, i.e. stirring up murky waters, i.e. getting to the bottom of things that are ugly, dirty and above all… emulsified 😕.

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But… you mention the stone guest! (He who, though absent, hovers in the air over everyone’s thoughts, but of whom you cannot speak). To answer you correctly I should name the other party (so as not to make the guest a lonely and sad being)! Pussy! 😝

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Okay, so let me just check my understanding here: the stone guest is called “ick” and the other party is called “vagina” (a more polite word for “pussy”)? Hmm – makes sense. A vagina would like a friend that is as hard as rock, yes?

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I’m better at using my fingers than my tongue. That is, I’m better at typing my thoughts than speaking them. I’m getting better as speaking, though. I’ve been practicing. The blog ‘Sklugoo Speaks’ (you can find it on Google but be sure to use the English words in the search) features my voice so you can listen to me to judge how well I use my tongue. I would be interested to know what you think. 😛

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Running? Do you mean that you’re out jogging right now (be careful with your shin) or are you joking that you are running away from the idea of listening to me?
What was your idea about the kind of voice (I have)? If you answer this question then perhaps I can advise you on what to do with the idea. Unless, of course, it was a rhetorical question, in which case – just tell me what your rhetorical answer was. 🙂

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I ran to hear you 😀
So, the idea I had of your voice was good, I used it to good effect. I didn’t expect the almost whispering though. It’s a gentle, reassuring voice, beautiful! I’ll listen to you to get used to the language and maybe I’ll start to recognise a few words, a few little phrases and, who knows, maybe I’ll be able to understand everything, sooner or later. 😎

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I’m so accustomed to you writing to me in English that I thought you understood it perfectly! 😇
If you’re serious about using my podcast to understand English then perhaps this will be useful:

How to do Stuff Well – an A to Z


It’s a list of the scripts used for the most recent series of episodes (season 4). If you listen whilst following the correct script then your experience will be, I hope, enhanced.
Thank you for your kind words, Donna – they are very much appreciated.
I bow to you.
Robert.

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