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Giulia 2

(gentilmente offerta da Antalgica Poetica)

Puntata precedente

L’ingresso ampio svolge la doppia funzione di salotto e ufficio. La scrivania è sul fondo, davanti a due finestre. La luce naturale rende nitide le intenzioni dei clienti e lascia in ombra le sue. Piccoli vantaggi. Enea è al posto di comando quando bussano alla porta, con l’indice preme il secondo pulsante del citofono da tavolo, un breve ronzio elettrico e la serratura si apre. Entra una donna. Rompe l’aria fasciata da un abito verde scuro, impudico. Le scarpe hanno tacco e punta della stessa tonalità ciliegia che le bagna le labbra. Il taglio maschile dei capelli esalta un collo sottile sfiorato da pendenti di giada. È Giulia, e il bel viso è inespressivo. Chiude la porta. Sbircia divertita accatastamenti sparsi e procede verso la poltroncina in similpelle davanti alla scrivania. Giunta, si siede, con borsa in grembo.

Enea non parla.

Giulia non si scompone, rimesta per qualche istante nella borsetta, la chiude tenendola sulle gambe, alza il volto, fissa il suo interlocutore e annuncia.

«Ti ho visto scendere dalla sua macchina oggi. Ero in zona.»

Si sporge in avanti cercando sorpresa nell’uomo. Coperta dal seno, la mano è veloce sotto il piano di legno e piazza una cimice. Giulia sorride in sfida e con studiata lentezza si appoggia allo schienale. Le scappa un sospiro fissando il soffitto, quindi domanda.

«Cosa vuole ancora da te?»

Enea resiste. Esita. Parla.

«Sa che fai il doppio-gioco.»

«Oh, finalmente!»

«Come scusa?»

«Sì, finalmente, un peso in meno.»

«…»

«Non mi lascerà certo per questo.»

«Infatti.»

«E…?»

«Crede ci sia dell’altro.»

«Dell’altro, tipo, la nostra collaborazione?»

Enea storce la bocca in una smorfia di muta disapprovazione. Lei continua.

«Sei esacerbante. Dimmi: cosa dovremmo fargli sapere allora?»

«Non saprei, vuole che ti intercetti ogni chiamata.»

«Ma lo stai già facendo! Ti ho chiamato apposta dal telefono di un passante.»

«Sì. È che non le ho ancora usate.»

«Hai fatto bene, prenderemo altro tempo. Anche se nelle telefonate non c’è niente che già non sappia.»

«Non importa, ci inventeremo qualcosa, magari una tua relazione.»

«Con chi Enea, con te?»

Giulia scoppia in una risata calda e sincera.

«Perché no, scusa?»

«Lascia stare. Io resterei tra le sue grazie comunque, ma tu perderesti l’incarico in favore di un terzo attore impossibile da controllare. Un introito in meno, non se ne parla.»

Giulia si alza, borsa alla mano prende la via d’uscita, si arresta. Dandogli le spalle aggiunge alcune indicazioni operative.

«Inizia a snocciolargli le intercettazioni, quando avrà bisogno di qualche particolare piccante per continuare a fantasticare, costruiremo una novella dal sapore internazionale. Ah, arieggia, sa di fumo.»

Enea preme l’interruttore, la porta si apre e Giulia scompare lasciando scia di gardenia.

Mentre lui medita tirando profonde boccate da una sigaretta appena accesa, la giovane donna esce dal condominio, percorre il marciapiede, si avvicina a un furgone parcheggiato, perde l’equilibrio, si appoggia al provvidenziale fianco del veicolo e batte tre colpi sincopati. Quindi riprende a camminare.

CONTINUA…

BRAVA GIULIA – Vasco Rossi

47 risposte su “Giulia 2”

il grande little! 😀 sono anche stata a un suo concerto: festa dello sportivo! (grande! aveva anche già una certa, ma faceva tuttoooooo, anche i balletti, si piegava sul ginocchio, muoveva le frange… un signor professionista)

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ok, è giusto che tu abbia un saggio (edulcorato) un saggio di vocali a dire il vero, ma tra le righe si capisce quanto può essere chiuso il dialetto… certo togliendo le influenze arabeggianti della acca aspirata…
lo metto qui

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