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L’invidia

Invidia – Giotto – (Cappella degli Scrovegni)

Continua la cavalcata emozionale che ALESSANDRO GIANESINI ha deciso di condividere qui, in anteprima; è un Regalone che non smette di stupirmi e che spero possa avere lo stesso effetto in chi passa su queste pagine.

Il percorso è iniziato con il racconto LA RABBIA, è continuato con LA TRISTEZZA e… buona lettura!

(GRAZIE ALE)


«Ma tu guarda quella: anche la piscina si è fatta!» i lavori sono segnati sul tabellone esposto sulla rete metallica di casa Neri, a cui hanno legato quella arancione per non far guardare dentro: cerco di sbirciare attraverso i piccoli fori, mentre mio figlio mi tira per la mano «Arrivo, arrivo…» c’è un operaio che sta parlando con lei, la reginetta del quartiere: ma è il modo di ricevere gente? In vestaglia di raso e per di più trasparente?

Mi faccio trascinare da Nicola, ma lancio un’occhiata al loro giardino attraverso ogni forellino: ci starà un campo da calcio con tutto lo spazio che hanno, ma loro dove le mettono le piante? Sul confine di casa nostra, così ogni autunno metà delle foglie me le devo raccogliere io: bravi, così ci si comporta!

Sbuffo, ignorando le lamentele del mio bambino «No, niente gelato per merenda, inutile che insisti.» Sembri già un panzerotto, a forza di stare seduto a giocare ai videogiochi.

«Perché ho sposato quel fallito?» le parole mi scappano di bocca, mentre rientriamo nella nostra casupola, una di quelle dozzinali, a schiera: dai Neri hanno recintato tutto con quella maledetta rete da cantiere, così, quando hanno finito, aumenta l’effetto sorpresa, vero? Perché è come se fosse sempre uno spettacolo, manco fossimo al circo! Da noi è già tanto se ci possiamo permettere quella di gomma gonfiabile, di piscine, che quando Nicola ci entra fa uscire metà dell’acqua.

Ecco, ci mancava solo questa: la figlia dei Neri è qui a suonare. Vorrà invitare Nicola a giocare a casa loro, ma stavolta se lo scorda: lo so che fanno apposta per farci fare la figura dei pezzenti col nostro bambino. E sono sicuro che è là che mangia tutte quelle schifezze che lo fanno ingrassare come un… «No, oggi stai qui a giocare.» mi guarda e fa il mestolino, un mestolino dalle guanciotte belle piene, ma io sono irremovibile. Anche lei, Martina, mi guarda con quel faccino, se non fosse così bella, con i suoi capelli biondi e gli occhietti azzurri, verrebbe da dire che finge di essere un barbone che aspetta solo l’elemosina. Un senzatetto che però ha addosso un vestitino firmato della boutique del centro. Costerà un occhio della testa e lei lo usa per giocare: roba da matti!

Perché devono sempre averla vinta? Tanto non lo sposerai mai il mio bambino, non prendiamoci in giro.

«Va bene, ma quando ti chiamo, corri a casa.» lui annuisce, gli sistemo i vestiti e gli do una pettinata con le dita «Guarda che bell’ometto!» poi guardo lei e mi verrebbe da tirarle quelle treccine perfette che finiscono col fiocchetto di raso coordinato con le scarpine di… Prada? «Ecco, vai pure.» sento l’acidità che mi sale dallo stomaco mentre lo guardo correre dai vicini «E non sudare!» ma quello ormai ha già capito che dall’altra parte la vita è più bella e nemmeno m’ascolta, quell’ingrato.

Mi avvicino di nuovo alla recinzione e sbircio dai buchi della rete arancione e vedo l’escavatore che rimuove la terra dalla parte centrale del giardino.

I Neri sono entrambi sul vialetto e si stanno tenendo per mano «Mi fate venire il diabete.» il commento mi sfugge dalle labbra, ma chi se ne frega. Nicola sta per entrare a casa loro, ma lei, miss “Ce l’ho solo io” lo chiama a sé, si china e gli sistema la maglietta e una ciocca che gli è scivolata sulla fronte. E lui le sorride di rimando: se va avanti così, si fregano anche il mio bambino.

Neri mi vede e agita la mano per aria, con un sorrisone allegro: che hai da ridere tanto? Solo perché ti godi la vita pensi di essere migliore di me? Ricambio con un cenno rapido della mano, poi mi giro e torno in casa.

Perché la vita è così ingiusta?

83 risposte su “L’invidia”

OOOOO Ale,
centro perfetto.
tu certi pezzi li peschi in alcuni posti, altri in altri.
questo l’hai preso dal posto giusto.
c’è un piccolo refuso (sì, sono stata attenta), una “a” di troppo (quando i Neri son sul vialetto, “sfugge a dalle labbra”)
tutto il resto è proprio giusto
leggeremo anche l’altro punto di vista? 🙂
(ciau endorsum, scusa se son entrata strillando “aleeeeee” a casa tua 😀 )

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Grazie R&D 😘
Non è stato facile scriverlo, ma a quanto pare ci ho azzeccato!
Sì, l’ho notato anch’io il refuso: grazie per la segnalazione! 😉

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Quale altro punto di vista? (me l’ero peso)
No, no. Non ci sono altre visuali su questo racconto. E non saprei nemmeno quali prendere per rendere la cosa interessante! 😮

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No, non intendo in senso assoluto: non ci sono altre visuali che esprimano la stessa o altre emozioni di cui mi sto occupando.
Ho fatto 3 racconti brevi sugli orchi, figurati se non so se esistono altri punti di vista: donna di poca fede e tanti bidoni! 😀

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Io penso che non è solo perché l’erba del vicino è sempre più verde, ma c’è anche un senso di frustrazione per non essere magari arrivato al successo!! O ad uno status che gli altri possano “invidiargli” letto con moltissimo piacere!

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Shhhh… era una trattativa: mica potevo cedere subito, serviva un rilancio per attenuare le pretese. Non ti offenderei mai pagandoti! 😉

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Mi pare giusto che adesso si invidi la piscina del giardino, più che l’erba del giardino del vicino: tempi moderni, in fondo! Pezzo stratosferico!! E spesso, purtroppo, l’invidia è comunque uno stile…c’è chi invidia non solo uno status economico migliore del proprio, ma – ad esempio – la gentilezza di una persona, o il coraggio, o la capacità di reazione agli eventi o…insomma, siamo strane bestiole😛

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“siamo strane bestiole” sì, sono d’accordo.
Ma le più strane e bestiali son quelle che si ostinano a voler definire “normali” 😉

Grazie mia regina. Che avessi scritto un pezzo stratosferico non me l’aveva mai detto nessuno! 🙂

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Eh già! In fondo il concetto di normalità è estremamente relativo 😉
E ora vostra adultitade sapete anche di essere creatore di stratosferici scritti…visto?🙂😉

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Se continui a fare complimenti in questa maniera, poi, mi tocca continuare a scrivere bene, anzi… sempre meglio! E non so fin quanto dura ‘sta cosa, sai? 😛

Grazie! 🙂

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Maledetti legulei! Non si fa così con la povera gente! 😦

La tecnica dello “show don’t tell” è bella, ma richiede sacrifici. Prima o poi m’ammazza! 😅

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Mi ritengo fortunato. Non credo di essere invidioso, e nemmeno di esserlo mai stato.
Certo, anche a me piacerebbe una casa più grane, più soldi, viaggiare ovunque. Ma non posso.
Ma non per questo invidio chi possa farlo, ho amici che stanno “meglio” di me, altri “peggio”. Ma il fatto è che il mio metro di giudizio non è mai stato quello del denaro, ed io queste differenze non le noto. Non amo le automobili, non vesto firmato, ma non perché io “non possa”, ma perchè non ne ho mai sentito l’esigenza. Proprio per questo l’invidia non mi appartiene.

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